Governo: sia di scopo con documento saggi come programma

Mi auguro che vi sia un governo di scopo e per questo sarà decisivo il programma. Il documento elaborato dai saggi deve essere il punto di riferimento essenziale perché, soprattutto sulle questioni di carattere sociale, ha centrato gli obiettivi: favorire lo sviluppo pagando i debiti della pubblica amministrazione, finanziare la cassa integrazione in deroga per il 2013 e il fondo istituito con la legge di stabilità per salvaguardare i lavoratori colpiti dalla riforma delle pensioni del ministro Fornero, e realizzare un piano straordinario per l’occupazione, in particolare per i giovani, alleggerendo il cosiddetto cuneo fiscale.
Un governo di scopo che realizzi questi obiettivi fondamentali, ma numericamente limitati entro un tempo ragionevole e che ci porti a nuove elezioni con una legge elettorale riformata che dia governabilità al paese, sarebbe la soluzione migliore.


Napolitano: bene governo di scopo

Napolitano ha fatto un grande discorso di responsabilità rivolto al paese, al parlamento e ai partiti. Il programma di governo da lui tracciato, che fa riferimento al documento dei saggi, è totalmente condivisibile perché indica le riforme istituzionali e la soluzione dei problemi economici e sociali di cui l’Italia ha bisogno. Il Partito democratico ha già condotto una lunga battaglia affinché le misure dell’attuale governo e di quello che si formerà risolvano alcuni problemi di assoluta emergenza: il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione, le risorse per la Cassa integrazione in deroga, il finanziamento del Fondo per la salvaguardia dei lavoratori cosiddetti esodati e un piano straordinario per l’occupazione giovanile. Ci auguriamo che per raggiungere questi obiettivi si formi rapidamente un governo di scopo che traghetti il paese fuori dalla crisi, ben diverso, al di là dei nominalismi, da un esecutivo basato su un improponibile accordo politico tra Pd e Pdl.


Pd: ora il partito va rifondato e ripensato

Il Pd deve ripartire dall’elezione di Giorgio Napolitano e va rifondato e ripensato. La mancata elezione di Marini e Prodi è stata una brutta pagina e una ferita profonda per il Pd. L’elezione di Napolitano era la via istituzionale obbligata, che condivido perché siamo in una situazione straordinaria e grave. Vederemo quale governo del presidente sarà formato, ora c’è da privilegiare l’emergenza. Spero che venga preso come base programmatica il lavoro dei saggi. Io dico che il Pd va rifondato e ripensato. La dichiarazione di Barca su Napolitano non mi è piaciuta. Ma un partito va fatto, perché il vecchio Pd non c’è più.


Lavoro: governo emani apposito decreto per finanziare CIG in deroga

Se vogliamo risolvere il problema della Cassa integrazione in deroga, per il quale occorre una risorsa finanziaria di almeno 1 miliardo e mezzo di euro per il 2013, non solo è necessario prevedere che questo argomento sia nel prossimo Documento economico e finanziario, ma occorre anche che il governo emani prontamente un apposito decreto. Lo stesso argomento vale anche per i lavoratori cosiddetti esodati, per i quale occorre rifinanziare il fondo appositamente costituito con l’ultima <legge di stabilità. Purtroppo di questi lavoratori rimasti senza reddito a seguito della riforma delle pensioni Monti-Fornero non c’è traccia nel Def. Questo è molto grave perché si tratta di un’emergenza sociale alla quale occorre dare una risposta, considerato il fatto che nuovi problemi occupazionali si stanno creando: basti ricordare che nel 2012 registriamo 1 milione di posti di lavori persi.


Corteo Torino: partecipazione straordinaria

La partecipazione dei lavoratori e dei pensionati alla iniziativa unitaria di Cgil, Cisl e Uil di Torino è stata straordinaria. Oltre 50.000 persone hanno manifestato contro le politiche della giunta Cota.
Noi condividiamo la richiesta dei sindacati di aprire un tavolo di confronto sulle situazioni di grande emergenza: politiche per l’occupazione, sanità, cooperative sociali e autosufficienza sono i temi principali di grande sofferenza sociale della regione. Non c’è più tempo da perdere perché l’aumento delle situazioni di disagio e la crescita della poverta’, se non troveranno adeguate soluzioni, potrebbero portare ad un inevitabile aumento del conflitto sociale.


Def: grave che non consideri emergenza esodati

Se, come appare da una prima lettura, il tema dei cosiddetti lavoratori esodati non fosse preso in considerazione dal Def, sarebbe molto grave perché si tratta di una delle emergenze del paese accanto a quella del finanziamento della cassa integrazione in deroga. Questo governo non può pensare di lasciare a quello successivo una pesante eredità sociale senza mettere in atto provvedimenti correttivi. Tutti sanno che, se si vogliono salvaguardare altri lavoratori oltre agli attuali 130mila, occorre rifinanziare il fondo appositamente creato con l’ultima legge di stabilità al fine di intervenire a tutela dei nuovi casi di persone rimaste senza reddito che si determineranno da qui almeno fino al2015


Pensioni: urgente ripristino indicizzazioni

La fotografia che l’Istat ci fornisce per quanto riguarda le pensioni mette in evidenza i profondi squilibri del sistema e l’alta incidenza delle pensioni sotto i mille euro, che rappresentano il 41,1% del totale. Consideriamo anche il fatto che al di sotto dei 500 euro la percentuale è molto consistente: il 13,8%. Questi dati mettono in risalto un doppio problema: l’esigenza di ripristinare l’indicizzazione, che rimarrà bloccata per il 2013 per le pensioni superiori a tre volte il minimo. Una situazione che, se perdurasse, provocherebbe una inevitabile e ulteriore perdita del potere d’acquisto a svantaggio dei ceti più deboli. Il secondo problema è rappresentato dalla difficoltà di poter andare in pensione a causa di una riforma, la Monti-Fornero, che contiene un errore madornale: quello di aver cancellato le pensioni di anzianità. Occorre tener presente che alla necessità di risolvere il problema dei lavoratori che rimangono senza reddito in seguito a tale riforma, si aggiungono coloro che nel 2012 hanno perso il lavoro a causa della crisi e dei processi di ristrutturazione. Circa un milione di persone. Una sorta di ‘ciclo continuo’ che produce nuovi disoccupati e nuovi poveri e che porrà inevitabilmente il problema di una revisione del sistema previdenziale,