ROMA (ITALPRESS) 30-Ott-24 – “Come giustamente rileva Roberto Ghiselli, Presidente del Civ dell’Inps, nel corso dell’odierna presentazione del Rendiconto sociale INPS per il 2023, elaborato dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza, l’Istituto conferma ‘il suo ruolo di principale pilastro del welfare pubblico italiano, contribuendo in maniera determinante alla tenuta della coesione sociale del Paese’. Al tempo stesso, il rendiconto rileva le criticità del mercato del lavoro, pur in crescita, e del sistema previdenziale.” Lo afferma Cesare Damiano, Presidente di Lavoro&Welfare ed ex Ministro del Lavoro, a margine dell’evento alla Camera dei Deputati.
“La crescita complessiva degli assicurati all’Istituto, prosegue Damiano, segnala una riduzione nel 2023 delle assunzioni a tempo indeterminato, risalite nel 2024, e una crescita delle assunzioni a termine, oltre al fatto che, come segnala il Report sul mercato del lavoro del Centro Studi di Lavoro&Welfare, la dinamica delle ore lavorate per macro-settori ci rivela nel 2024 uno spostamento strutturale dell’economia italiana verso il terziario mentre il manifatturiero regredisce – aggiunge -. E quelle del terziario sono le attività nelle quali si annida maggiormente, oltre al nero, il lavoro a tempo, lo stagionale, il part-time, che è talvolta finto, e le partite Iva che non sono realmente tali. La conseguenza, ovvia, è una diffusione del sotto-salario e, perciò, del lavoro povero, con ovvie conseguenze anche sul piano previdenziale.”
“Altri dati significativi del Rendiconto Inps sono: la crescita dei lavoratori in cassa integrazione e in disoccupazione, il gender pay gap, per cui gli uomini continuano a guadagnare in media più delle donne, oltre ad una diminuzione dei pensionamenti dovuta agli interventi di segno restrittivo attuati dal Governo su strumenti di anticipo pensionistico – conclude Damiano -. Altro elemento da sottolineare, per quel che riguarda la vigilanza, sono: la riduzione nel biennio delle ispezioni, che scendono da 10.576 a 9.202; il calo degli ispettori passati da 884 a 828 unità; la crescita dell’evasione contributiva che, da 719 milioni di euro, sale a 821”. (ITALPRESS).