Rassegna stampa

Su Il Corriere del Mezzogiorno, un articolo di Emanuele Imperiali basato sui Report sulla Cassa Integrazione del Centro Studi di Lavoro&Welfare.
 
“Cassintegrazioni per 4 miliardi. Il record pauroso”
 
Il Report dell’associazione Lavoro&Welfare nell’anno della crisi. L’allarme dell’ex ministro Damiano: “Il quadro rischia di aggravarsi alla luce dell’ultimo dpcm per cui la Cig da Covid deve essere rifinanziata nell’interesse delle imprese e dei lavoratori”
 
Il governo ha prorogato nella legge di Bilancio 2021 la cassa integrazione e ha bloccato i licenziamenti fino al 21 marzo del prossimo anno. La Cassa Integrazione è stata allargata con la causale Covid. Gli ulteriori periodi di ammortizzatore sociale interessano l’arco temporale 16 novembre-31 gennaio 2021: potranno accedervi coloro che hanno già esaurito le settimane previste dal decreto precedente nonché bar, ristoranti ed altri settori interessati dalle limitazioni del Dpcm di fine ottobre. Nel nuovo anno le settimane di Cig spendibili saranno quindi 18 e copriranno il periodo da gennaio a marzo del 2021.
In definitiva, alle attuali 6 settimane di cassa Covid se ne aggiungono altre 12. Proviamo ad analizzare cosa sta accadendo al Sud, sulla base del Report redatto dal centro studi LavoroWelfare presieduto dall’ex ministro Cesare Damiano. Prendiamo il caso della Campania. Se consideriamo le ore totali di Cig in questi primi 9 mesi dell’anno, c’è stata un’assenza completa di attività produttive per oltre 118mila lavoratori, di cui oltre 4mila casse straordinarie, 26.500 in deroga, 58.300 ordinarie e 29.600 nei Fondi di Solidarietà. Nella regione gli addetti in questi 9 mesi hanno già perso complessivamente nel loro reddito oltre 628 milioni, mentre per ogni singola persona in Cig sono andati in fumo più di 5.300 euro netti. A Salerno l’aumento della Cig, sullo stesso periodo del 2019, è stato del’858,69%, a Benevento del 775,54%, a Napoli del 627,20%, a Caserta del +555,83%, ad Avellino del 411,89%. Secondo il Report, in Italia alla fine di questo anno orribile, le ore autorizzate si aggirerebbero attorno ai 4 miliardi, una cifra mai vista prima, perché i nuovi lockdown, anche parziali, potrebbero di nuovo far crescere la Cig. Ma una cosa sono le ore autorizzate dall’Inps, altra l’effettivo tiraggio da parte delle aziende, che era circa il 41% a luglio. La Cassa Integrazione Guadagni in deroga ha superato addirittura i livelli di sette anni fa. Nel capoluogo partenopeo le ore di Cigd, sono state 2.233.883 (+100%), e così anche ad Avellino, a Caserta e a Salerno. Non che le cose vadano meglio nelle altre regioni meridionali. In Puglia, l’aumento delle ore di Cig totali ha sfiorato il 569%, con punte a Lecce del 1668,36%, a Bari del 966,42%, a Foggia dell’876,72%, a Brindisi dell’807,13%, a Taranto del 224,11%. Nella Regione l’assenza completa di attività produttiva ha riguardato oltre 87mila lavoratori, di cui circa 5.500 in Cigs, 17.300 in Cigd, oltre 40mila in Cigo, e 24mila con assegno dei Fondi di solidarietà. I lavoratori parzialmente tutelati dalla Cig in questi 9 mesi hanno visto diminuire complessivamente il loro reddito di oltre 464 milioni, ciascun lavoratore di oltre 5.300 euro al netto delle tasse. In Calabria a settembre le ore di Cig continuano a crescere rispetto al 2019 del 1.377,63% e sarà così per il resto dell’anno. A Crotone l’aumento nei primi 9 mesi è stato dell’8.560,29%, a Vibo Valentia del 2.310,96%, a Cosenza del 1.390,00%, a Catanzaro del 690,45%, a Reggio Calabria del +641,04%. Nella Regione c’è stata un’assenza completa di attività produttiva per oltre 24 mila lavoratori, i parzialmente tutelati dalla Cig hanno già perso complessivamente oltre 127 milioni nel loro reddito, ogni singolo addetto in Cig a zero ore ha visto ridursi il reddito di circa 5.300 euro netti. Infine la piccola Basilicata dove a settembre le ore di Cig crescono sul 2019 del 196,53%. Coinvolti oltre 16.800 lavoratori, quelli parzialmente tutelati dalla Cig in questi 9 mesi hanno già perso complessivamente nel loro reddito oltre 84 milioni e 200 mila euro netti. “Il quadro rischia di aggravarsi alla luce dell’ultimo dpcm – ragiona Cesare Damiano – per cui la cig da Covid deve essere rifinanziata nell’interesse delle imprese e dei lavoratori, senza perdere di vista la necessità di affinare gli strumenti, con l’impegno politico a non disperdere per altre finalità le risorse destinate alla Cig effettivamente risparmiate. Esse andrebbero, invece, momentaneamente accantonate in vista della scadenza degli ammortizzatori sociali e del blocco dei licenziamenti, per ulteriori misure di sostegno e di tutela nei settori che dovessero ancora versare in uno stato di depressione.”