UN’OPINIONE SUL SALARIO MINIMO: MARGIOTTA, SACCONI, DAMIANO E TREU

Roma, 30 ott. (askanews) – Un salario minimo di otto euro lordi ma con un’aliquota fiscale pari a zero. È la proposta lanciata dalla Confsal in un convegno sul salario minimo organizzato nello Spazio Hdrà a Roma. Il segretario generale della Confsal, Angelo Raffaele Margiotta: “Noi chiediamo – ha affermato Margiotta – che ci siano otto euro lordi ma esentasse. Vale a dire con l’intervento della leva fiscale, introducendo quella che io chiamo l’aliquota zero sul salario minimo. Estendendo la no-tax area, l’area di non tassazione, dagli attuali 8mila a 16mila euro, che sarebbe il reddito imponibile corrispondente a 8 euro orari lordi”. Con otto euro lordi esentasse il salario mensile sarebbe di 1.240 euro netti. Lo stesso che si avrebbe con il progetto di 9 euro lordi avanzato dal Movimento Cinque Stelle. Per la Confsal però è indispensabile un intervento fiscale. “Non si può fare – ha sottolineato Margiotta – una legge così importante a costo zero per lo Stato, scaricando tutti gli oneri sulle aziende, sui conti aziendali. Perché avremmo un impatto economico devastante che renderebbe quasi irrealizzabile l’attuale proposta”. Il sindacato autonomo chiede anche di ridurre le aliquote contributive di almeno 10 punti nei 20 settori produttivi con parametri economici estremamente critici. E la proposta della Confsal sul salario minimo è stata apprezzata da Maurizio Sacconi, ex-ministro del lavoro nell’ultimo governo Berlusconi. “Credo – ha spiegato Sacconi – che sia doveroso approfondirla, meritevole di attenzione. Distingue sostanzialmente il salario minimo dalla rappresentanza quanto a contenuto di una eventuale legge. Il salario minimo è presente in molti ordinamenti del nostro sistema europeo e in nessuno di questi paesi si mettono insieme la rappresentanza e il salario minimo.” Per Cesare Damiano invece, ex-ministro del Lavoro nel secondo governo Prodi, il salario minimo deve tenere conto della contrattazione. “Io privilegio la contrattazione – ha detto Damiano – al tempo stesso non ostacolo l’idea di un salario minimo, purché tenga conto dello schema contrattuale. È giusto che il salario minimo venga ricavato da quelli che sono i contratti di settore o di categoria, non può essere una cifra universale. E soprattutto la cifra deve in qualche modo tenere conto del salario medio o mediano che esiste in Italia.”
Treu: confronto sul salario minimo, trovare livello giusto – Per definire il salario minimo è indispensabile un ampio confronto tra imprese, sindacati e istituzioni. Lo ha detto il presidente del Cnel, Tiziano Treu, al termine di un convegno sul salario minimo organizzato nello Spazio Hdrà a Roma. Un incontro in cui la Confsal ha presentato la sua proposta di otto euro lordi esentasse. “Il salario minimo – ha sottolineato Treu – va affrontato. Prima occorrerebbe regolare la rappresentatività e dare ai contratti una efficacia generale. Perché allora il salario minimo sarebbe più facile da introdurre, diventerebbe meno invasivo sui contratti stessi e avrebbe un valore per i lavoratori poveri. Inoltre, come in altri paesi il salario minimo andrebbe prima discusso: vedere con una commissione, con le parti sociali e le istituzioni pubbliche, qual è il livello adeguato perché non si può improvvisare.” “Gli altri paesi – ha spiegato l’ex-ministro del lavoro – hanno una cifra che va tra il 40% e il 60% della mediana salariale, si discuta su questo. Numeri fissi non sono adeguati e non mi sento di dare un’opinione, perché è sbagliato il metodo. Per stabilire il livello giusto occorre coinvolgere tutti: imprese, sindacati e parte pubblica. Si fa così in altri paesi e il punto di equilibrio si trova in questo modo.”