MANOVRA: DAMIANO, “RISORSE PER PENSIONE E REDDITO CITTADINANZA NON CI SONO”

(AGI) – Roma, 29 dic. – “Vorrei rivolgere alcune domande al Governo sulla manovra”. Lo dichiara Cesare Damiano, dirigente del Partito Democratico, che oggi ha partecipato alla manifestazione organizzata dal Pd davanti a Montecitorio, per protestare contro la legge di Bilancio. “La prima – continua – riguarda la ‘pensione di cittadinanza’. Poiché non sarebbe tollerabile promettere e non mantenere, mi chiedo come sia possibile, dopo i tagli sotto dettatura imposti da Bruxelles, realizzare l’obiettivo. Farò un esempio concreto attraverso il calcolo delle risorse necessarie: se consideriamo le pensioni fino a 500 euro mensili, secondo i dati del 2017, troviamo in questa fascia 2.017.774 pensionati che hanno una pensione media di 3.404 euro annui. Per alzare questa cifra a 9.360 euro annui (vale a dire 780 euro x 12 mensilità non considerando, per prudenza, la tredicesima) occorre aggiungere mediamente, per ciascuno di questi pensionati, 5.956 euro. Moltiplichiamo questa cifra per 2.017.774 e otteniamo poco più di 12 miliardi, all’anno, si intende. Da questo conteggio, non solo abbiamo escluso la tredicesima, in attesa di capire se la pensione di cittadinanza verrà considerata di natura previdenziale (13 mensilità) o di natura assistenziale (12 mensilità), ma non abbiamo anche considerato i pensionati compresi tra 500 euro mensili e 780 euro. Sarebbero altre risorse da aggiungere ai 12 miliardi. Non mi pare che questi soldi ci siano. Senza contare che altre risorse andrebbero destinate, nei piani del Governo, al Reddito di cittadinanza. Mi sembra un bel pasticcio da chiarire con i cittadini che hanno il diritto di non essere ingannati con false promesse”. “Seconda e ultima domanda: Di Maio è sicuro che portare le pensioni a 780 euro senza considerare minimamente che oggi, per arrivare alla pensione bisogna aver versato almeno 20 anni di contributi e che, un assegno di 780 euro, visti i bassi salari e le carriere discontinue, richiede anche 35-40 anni di contributi? In questo modo non si incentiva il lavoro nero? E, nel sistema a ripartizione – conclude – se non si versano i contributi in modo sufficiente, chi pagherà gli assegni agli attuali pensionati? Attendiamo le risposte”. (AGI) Red/Gio