Bologna: abbiamo bisogno della verità

Lo avevo scritto lo scorso anno in questa stessa ricorrenza, quella dell’anniversario della strage di Bologna. In quell’occasione avevo fatto riferimento all’archiviazione dell’indagine sui mandanti della strage chiesta, in quei giorni,  dalla Procura di Bologna. Avevo fatto riferimento a quanto detto dal procuratore Amato: esiste una differenza tra la verità storica e quella giudiziaria. La storia non si ferma, ma la giustizia, quando non è in grado di raccogliere elementi di indagine sostanziali, non può proseguire il suo compito.
Tuttavia, quando la giustizia non può proseguire il suo lavoro su un crimine innominabile come la strage del 2 agosto di 38 anni fa, resta, bruciante, nel Paese una sete implacabile, inestinguibile.
Dobbiamo continuare a premere perché si lavori per scoperchiare quella tomba in cui è stata seppellita la verità sul più grande massacro terroristico della storia della Repubblica e su tanti altri crimini simili. Perché la democrazia, così come l’animo dei congiunti delle vittime e di tutti noi, ha bisogno di poter disporre della realtà. Per intero. Senza omissioni. Quella ferita deve essere sanata. Abbiamo bisogno di quella verità storica.