DL DIGNITÀ: DAMIANO, “È MIGLIORABILE MA NON DA BUTTARE”

(ANSA) – ROMA, 14 LUG – “Il Decreto Dignità non è la ‘Waterloo del precariato”, come sostiene pomposamente e propagandisticamente Di Maio, e contiene sicuramente numerose contraddizioni, insufficienze ed errori grossolani. Ma alcune proposte sono copiate da quelle sostenute dai deputati Pd della Commissione Lavoro della Camera nella scorsa legislatura”. Lo dichiara Cesare Damiano, del Partito Democratico, a proposito del Dl Dignità. “Mi riferisco – continua – alla reintroduzione delle causali, alla diminuzione della durata del contratto (da 36 a 24 mesi), a quella dei rinnovi e all’aumento da 24 a 36 del numero massimo e da 4 a 6 del numero minimo delle mensilità di risarcimento in caso di licenziamento illegittimo individuale. Questo aspetto andrebbe valutato, perché va nella direzione di limitare la precarietà del lavoro che anche noi abbiamo sempre sostenuto. Semmai, al fine di evitare effetti controproducenti sulla occupazione, il Pd dovrà proporre emendamenti correttivi. Ne suggerisco tre sui contratti a termine: adottare un regime transitorio che non applichi le nuove normative agli attuali contratti a termine, quelli stipulati prima della pubblicazione del Decreto sulla Gazzetta Ufficiale; cancellare la restrizione che impedisce la stipula di un contratto a termine per lo svolgimento della ‘normale attività’ dell’impresa; ripristinare la norma che consente alle parti sociali di definire nei rinnovi dei contratti nazionali deroghe attuative”. “Infine, andrebbe cancellato dal Decreto il lavoro in somministrazione, che non può essere confuso con quello a tempo determinato. Mi auguro che nel dibattito parlamentare si esca dalla coppia amico-nemico: se tutto si esaurisce nei soliti ritornelli di chi dice ‘è tutto giusto’ e di chi risponde ‘è tutto sbagliato’, non andremo da nessuna parte”, conclude. (ANSA).