DAMIANO: “DL DIGNITÀ CONDIVISIBILE SU INDENNITÀ E CAUSALI”

Roma, 3 lug. (askanews) – “All’eccesso di enfasi di Di Maio sul decreto Dignità, non bisogna rispondere con un’enfasi liquidatoria che va in senso opposto, altrimenti non ci capisce nessuno”. Lo dichiara Cesare Damiano, del Partito Democratico, a proposito del decreto Dignità. “Alcune cose – osserva – le dobbiamo condividere perché sono copiate da noi. Come, ad esempio, l’aumento delle indennità, fino a 36 mesi, delle mensilità di risarcimento in caso di licenziamento individuale illegittimo: si tratta del mio emendamento presentato nella passata legge di Bilancio, che il Governo Gentiloni non accolse a seguito di un veto del Pd. Uno dei nostri errori, a mio avviso, del quale adesso paghiamo le conseguenze”. “Di Maio – prosegue Damiano – esagera volutamente quando parla di Waterloo della precarietà, sorvolando sul fatto che il Governo non ha ancora varato alcun provvedimento di diminuzione strutturale del costo del lavoro per le assunzioni a tempo indeterminato. Senza questo intervento la precarietà continuerà a farla da padrona. In secondo luogo, intervenire sui contratti a termine e sulla somministrazione vuol dire mettere le mani sulla cosa più facile: due modalità di lavoro regolari, trasparenti e contrattualizzate, ben diverse dal vero sfruttamento costituito dal lavoro nero, dalle finte partite Iva e dai contratti in dumping”. “Ciò detto, se vogliamo restare ai contenuti, su alcune cose si può essere d’accordo – sostiene Damiano – e su altre no. Non siamo d’accordo sull’equiparazione tra contratto a termine e lavoro in somministrazione. Quest’ultimo, costa il 30% in più all’imprenditore, il che ne giustifica l’uso flessibile. Per il contratto a termine, che ha sforato la soglia dei 3 milioni di assunti, il discorso è diverso: siamo favorevoli alla reintroduzione delle causali, perché l’eccesso di liberalizzazione ha rappresentato una delle contraddizioni del Jobs Act. In questo senso, ho apprezzato l’intervista del senatore Nannicini, al Corriere Nazionale on line, intitolata ‘Sconfitti per troppe incoerenze’, nella quale si evidenziava, appunto, la contraddizione tra incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato previsti dal Jobs Act e liberalizzazione dei contratti a termine. Inoltre, nella passata legge di Bilancio, l’onorevole Gribaudo presentò un emendamento per ridurre da 36 a 24 mesi la durata del contratto a termine: la stessa cosa prevista dal Decreto Di Maio”.