PD, DAMIANO: “RENZI INADEGUATO PER NUOVO PARTITO”

(9Colonne) Roma, 22 feb – Con l’uscita di Speranza, Rossi, Bersani, D’Alema “è ovvio che cambia la geografia politica del partito, il suo profilo” ma “Emiliano è un candidato che ha la sua forza, forse persino superiore, stando a sondaggi, a quella di Rossi e Speranza. La presenza della sinistra nel partito, e di una o più candidature alternative a Renzi, può favorire il ritorno di molti elettori e militanti che se ne sono andati. E quindi contenere l’emorragia di voti e di consensi”. Lo afferma Cesare Damiano presidente della commissione Lavoro della camera ed esponente della sinistra interna del Pd, in una intervista ad Italia Oggi nella quale si augura che “il tempo che ci separa dalla presentazione delle candidature per la segreteria consenta altri ripensamenti. Io sto lavorando in tal senso in queste ore. Mi sono battuto con forza contro la scissione perché capisco che si tratta di un’onda d’urto che non investe solo il partito democratico ma che, a seconda della sua ampiezza, avrà riflessi sulla tenuta del governo e sul quadro politico complessivo. Ho sentito tanta rabbia tra i miei compagni di viaggio che hanno alla fine deciso di restare, ma anche la percezione del rischio che un Pd diviso potrebbe non essere più il primo partito in Italia. Pensiamo a cosa significherebbe un governo a traino M5s” “siamo all’interno di una betoniera politica che mescola continuamente gli ingredienti” e “ci vuole un cemento capace di mettere insieme forze diverse e, all’interno del Pd, c’è bisogno di un cemento che sia in grado di unire il partito” ma “in questo Renzi rivela la sua inadeguatezza. La funzione della segreteria del partito è quella di fungere da perno di una costruzione unitaria. Le scelte di Renzi invece sono orientate a una logica di scontro. E se continuerà a prevalere la logica degli opposti estremismi, sarà difficile tenere insieme questa comunità. Renzi però fa fatica a essere la figura che unisce, deve rendersi conto che la fine della vocazione maggioritaria del sistema elettorale impone la presenza di leader che siano capaci di tenere insieme, di dialogare, di trovare compromessi. Nel partito e fuori”. (red)