PENSIONI: “DAMIANO-GNECCHI, NUOVI PALETTI NATI ‘52 VERGOGNOSI“

(ANSA) – ROMA, 21 DIC – “Inaccettabili”. Così Cesare Damiano e Marialuisa Gnecchi, presidente e capogruppo Pd della Commissione Lavoro alla Camera, definiscono i nuovi vincoli e paletti che non consentono di andare in pensione con due anni di anticipo, vale a dire a 64 anni e 7 mesi, a tutte le lavoratrici nate nel 1952 e a tutti i lavoratori che hanno perfezionato Quota 96 nel 2012, così come invece prevede la legge. “Vogliamo – dice Damiano in una conferenza stampa a Montecitorio – giustizia e una soluzione pulita per questi lavoratori”. Le nuove condizioni poste dall’ultima circolare Inps “rappresentano – osserva Gnecchi – una perfidia e una vergogna. Sono di una gravità inaudita. Noi non molliamo e non molleremo”. Si tratta di una “battaglia” lunga che ha contrastato una prima circolare Inps che consentiva l’anticipo pensionistico ma solo a quanti fossero a lavoro il 28 dicembre 2011: ora, spiegano Damiano e Gnecchi, questa condizione “paradossale” non c’è più ma una nuova circolare dello scorso novembre ne pone altre altrettanto “perverse”: secondo le ultime previsioni, infatti, il requisito per andare in pensione “deve essere perfezionato – spiega la capogruppo Dem in commissione – tutto nel settore privato senza considerare i contributi figurativi, vale a dire il servizio militare o la maternità o la contribuzione volontaria. Si tratta – prosegue Gnecchi – di una norma che così mette a rischio il sistema previdenziale”. Necessario dunque, rimarca Gnecchi, una soluzione: “Il ministero del lavoro ci ha garantito che farà correggere la circolare. In caso contrario – conclude – ci auguriamo che tutti presentino domanda e che l’Inps le respinga. E noi sosterremo il contenzioso”. (ANSA).