Scuola: Anief,domani a Camera soluzione per 4 mila dipendenti

Bloccati dalla riforma Fornero-Monti 
ROMA, 22 GIU
 
Riprende domani alla Camera dei Deputati il percorso legislativo per trovare una soluzione al caso dei 4mila dipendenti della scuola, ormai ultrasessantenni, in procinto di andare in pensione nel 2012, ma rimasti bloccati dalla riforma Fornero-Monti e che potrebbero rimanere in questo stato ancora per 3-4 anni. A renderlo noto è l’Anief, Associazione professionale sindacale. Il disegno di legge ha molte “anime” parlamentari; primo firmatario è  Cesare Damiano (PD): vi confluiscono le proposte e i miglioramenti discussi e approvati dalle Commissioni competenti nei mesi scorsi. Per l’occasione, Anief chiede ai parlamentari di estendere ai 4mila la possibilita’ di accedere al pensionamento con i parametri anagrafici e di servizio pre-Fornero. Oppure, di “agganciarli” ai pre-pensionamenti previsti dalla riforma della Pubblica Amministrazione presentata ai sindacati dieci giorni fa dal ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, e approvata in CdM poche ore dopo. Questa estensione, tuttavia, precisa il sindacato, non dovrebbe comportare alcuna decurtazione per i dipendenti della scuola, visto che i requisiti per accedere alla pensione due anni fa erano stati già  tutti acquisiti. La Scuola, infatti, ricorda l’Anief, ha da sempre costituito un’eccezione nel panorama del comparto pubblico, spostando al 31 agosto dell’anno successivo le scadenze che per gli altri settori statali sono fissate al 31 dicembre. Non a caso, i 4mila “Quota 96” avevano iniziato l’anno scolastico 2011/12 presentando domanda di pensionamento, salvo rimare “incastrati” dalla riforma Fornero con il Governo Monti. “Ora, qualora dalla Ragioneria Generale dello Stato dovessero essere posti i soliti problemi di reperimento dei circa 400 milioni di euro annui necessari per sovvenzionare l’operazione – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – ricordiamo che il personale a fine della carriera viene sostituito da neo-assunti la cui retribuzione è decisamente inferiore: sarebbero proprio gli stipendi inferiori, in media del 30%, a coprire in larga misura i maggiori esborsi dovuti al pagamento delle pensioni dei 4mila. I 400 milioni di euro necessari devono essere trovati”.